The New York Times described his 2014 installation at the Triennale Museum in Milan, created to showcase the Costume National Fall/Winter collection, as an “emotional map” where key concepts act as points of reference that guide us through today’s fluid society. Bastiaan Arler is a contemporary artist, born in the Netherlands, who has been living and working in Turin for years. His works will be on show, from April 11th to June 2nd, at Wild Mazzini – Data Art Gallery, under the title Cognitive Devices. Arler has always used maps to study, from an artistic perspective, the social and psychological dynamics that define the relationship between individuals, and between the individual and their community. For the performance and installation Order and Chaos Within (Within Chaos and Order), commissioned by Ennio Capasa the creative director of Costume National, he created a matrix on the walls of the Triennale with black scotch tape and film in which the ballerina Maria Novella Della Martira moved sinuously as she broke “the boundary between rigidity and fluidity”. In the exhibition at Wild Mazzini Arler, introduced by his claim “esthetics are most beautiful when they are a by-product of theory”, presents a number of works that regard information, the production of knowledge and the study thereof. Each work explores cognitive processes and offers data about data, but above all, knowledge about knowledge, and reveals the cognitive devices that the artist has developed to investigate the problem, the process, and the product. Arler uses, in his works — from A Cross-Referenced Lexicon to the new The Shape of Knowledge (2019) and The Shape of Thought (2019) — diagrams, string, paper, pencils, pens, acrylic paints, and digital prints in the search for a lexicon that functions as a collection of the uncharted lands that he explores and renders visually. The common thread that connects each work is circularity, also of the artistic process itself, a condition which the artist explains can only come from a continuous process of asking better questions in order to obtain better answers.
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Il New York Times ha descritto la sua installazione alla Triennale di Milano del 2014, creata per presentare la collezione autunno-inverno di Costume National, come una “mappa emozionale” tra parole chiave che diventano punti di riferimento per orientarsi o perdersi nella società liquida. Bastiaan Arler è un artista contemporaneo, olandese di nascita, che vive e lavora da anni a Torino. Le sue opere sono esposte, dall’11 aprile al 2 giugno, da Wild Mazzini - Data Art Gallery, sotto il titolo Cognitive Devices. Arler ha sempre studiato con le sue mappe, da un punto di vista artistico, i meccanismi e le dinamiche sociali e psicologiche che regolano i rapporti tra individui e tra individuo e collettività/comunità. Per la performance e installazione Order and Chaos Within (Within Chaos and Order), realizzata su commissione di Ennio Capasa, direttore creativo di Costume National, ricoprì una sala della Triennale di nastro adesivo nero e di pellicola, una specie di gabbia in cui la ballerina Maria Novella Della Martira si muoveva sinuosamente «rompendo il confine tra rigidità e fluidità». Nella mostra alla Wild Mazzini Arler debutta con il motto «l’estetica è più bella quando è un derivato della teoria» e raccoglie una serie di opere che riguardano l’informazione, la produzione di conoscenza e la loro indagine. I singoli pezzi esplorano processi cognitivi e offrono dati sui dati, ma soprattutto conoscenza della conoscenza, svelando i dispositivi cognitivi che l’artista ha sviluppato per indagare il problema, il processo e il prodotto. Arler utilizza per le sue opere — da A Cross-Referenced Lexicon alle nuove The Shape of Knowledge (2019) e The Shape of Thought (2019) — diagrammi, fili e circuiti elettrici, cartone, carta, matita, penne, colori acrilici, stampa digitale, alla ricerca di un lessico che sia una raccolta delle terre incognite da esplorare e rappresentare visivamente. Il filo rosso che lega ogni lavoro è la circolarità, anche nel processo creativo, una condizione che, come dice l’artista, può venir solo da un continuo processo di perfezionamento delle domande verso la ricerca di risposte migliori.
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Guido Andruetto (Torino, 1974) journalist, writes for Repubblica and its inserts (il Venerdì, D la Repubblica). He contributes regularly to Vogue and Rolling Stone. Over the course of his career he has conducted interviews with individuals of international acclaim, mostly artists and in particular musicians, from Gérard Depardieu to Yoko Ono, from John Lydon to Robert Wyatt. He is passionate about mountains and the history of mountaineering, he has written two books on the influential alpine guides of the legendary Società di Courmayeur.
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Guido Andruetto (Torino, 1974) giornalista, scrive per la Repubblica e i suoi supplementi (il Venerdì, D la Repubblica). Collabora con Vogue e Rolling Stone. Nel corso della sua carriera giornalistica ha realizzato interviste con personaggi di rilievo internazionale nel campo delle arti e della musica in particolare, da Gérard Depardieu a Yoko Ono, da John Lydon a Robert Wyatt. Appassionato di montagna e di storia dell’alpinismo, ha scritto due libri su importanti guide alpine della storica Società di Courmayeur.. |