Bastiaan Arler creates sensory circuits that remind us of the integral individual, he plans and constructs various complex situations, not without distancing himself from them with a slight irony. Bastiaan is permeated more by an oriental than a western idea of the five senses. More than trying to determine situations and the elements that compose them, his focus is set on those relationships of selection that, in a dynamic continuum, are wound up in a whole. The reality put forth in artistic practice, unavoidably defined as such by convention, will always be an artifice, a constructed reality. This is the case where an artistic practice implies – and requires – a complex and an intriguing study of the concept of the void.
What matters, in Bastiaan’s work, is that meta-language, that to say it in the words of W. B. Key, is “at the base of the effectiveness of modern media”. The use of different modes of communication is a useful component in the project phase and from which a continuous balance between concepts, sometimes opposite to one another, originates. Order and chaos, for example, nature and artifice in their dynamic development. Information and entropy. The research probes beyond the stereotyped study of the tension between opposites.
The careful choice of medium and the artistic course over a given period of time reflect, on one hand a sober and minimalist attitude, and reveal on the other hand an ‘intuition’ of reality that, to say it in the words of Bergson, is pervaded by ‘élan vital’. Bastiaan’s artistic practice is careful to sample various expressive components and tends to create a short circuit in the relationship between subject and object, between presence and representation, between concepts and the demonstration of these. In merit to this question there is an illustrious philosophical background that ranges from Huizinga, in the last century, to Gumbrecht and Runia today.
Furthermore, if it is true that the image is related to a subliminal seduction, to mention Key again, how can we reconcile, in short, the production of the various stages of the project with the material demands that it dictates, with a continuously changing stream of impulses? This is one of the subtle dilemmas that Bastiaan poses and faces.
|
|
Bastiaan Arler crea circuiti sensori che fanno pensare all’individuo integrale, progettando e costruendo, non senza un distacco lievemente ironico, situazioni variegate e complesse. Bastiaan è pervaso da un’idea dei cinque sensi più orientale che occidentale. Più che a determinare situazioni e loro elementi compositivi, si focalizzano i rapporti di selezione che, in una dinamica continua, si intrecciano in un tutto. La realtà delle pratiche artistiche, inevitabilmente così definite per convenzione, è sempre un artificio, una realtà costruita. E’ un caso di pratica artistica che implica – e che richiede – una complessa e affascinante riflessione sul concetto di vuoto.
Ciò che conta, nel lavoro di Bastiaan, è quel linguaggio nel linguaggio, per dirla con le parole di W.B. Key, che è “la base dell’efficacia dei media moderni”. L’utilizzo di più modalità di comunicazione è una componente utile in fase di progettazione e dà origine a un continuo bilanciamento di concetti a volte vicendevolmente antitetici. Ordine e caos, per esempio, natura e artificio nel loro divenire dinamico. Informazione ed entropia. Sicuramente una ricerca profonda che va oltre un’indagine stereotipata sulla tensione fra gli opposti.
L’attenta scelta del medium e il percorso artistico che si compie in un certo tempo riflettono, da un lato, un’impostazione sobrio-minimalista, e rivelano, dall’altro, una ‘intuizione’ della realtà che, per dirla alla Bergson, è pervasa da ‘slancio vitale’. La pratica artistica di Bastiaan, attenta al campionamento di più componenti espressive, tende a mettere in corto circuito le relazioni fra soggetti e oggetti, fra presenza e rappresentazione, fra concetti e la dimostrazione di essi. In merito alla questione, esiste un illustre retroterra filosofico che spazia da Huizinga, nel secolo scorso, agli odierni Gumbrecht e Runia.
E se è vero che l’immagine, per citare nuovamente Key, è correlabile alla seduzione subliminale, come conciliare, infine, la realizzazione delle varie sequenze progettuali, la loro esigenza, quasi sempre, di fisicità, con un flusso di impulsi in continua variazione? Questo è uno dei dilemmi sottili che affronta e pone Bastiaan.
|
Franco Torriani (Turin, 1942) has a degree in Economics - course in General Economics - from Turin University. He has been a freelance consultant in several aspects of the economic and communication activities for many years. He has worked representing significant groups in various European Countries and in other Continents. During the seventies he started researching the relations among arts, sciences and new technologies, taking part in events and important productions and also writing for various publications. His expertise, marked especially during the eighties and the nineties by the relation between artistic expression and new media, now converges on the relationship among arts, life sciences and related technologies. He is in the board of the Pépinières Européennes pour Jeunes Artistes (Marly-le-Roy, France) an association he chaired from 1998 to 2007. He has been member of Ars Technica, Paris, Turin and co-founder of Arslab, Turin. Among his many collaborations, the European Study Les Institutions Culturelles dans leur Rôle des Nouveaux Environnements d'Apprentissage – Etude en rapport avec l'initiative eLearning (Dedale, Paris 2004), and the present position as advisor for Noemalab.org, are of special note. |
|
Franco Torriani (Torino, 1942) ha una laurea in Economia - indirizzo Economia Generale- all'Università di Torino. Consulente indipendente in più aspetti dell'attività economica e di comunicazione, ha lavorato rappresentando gruppi significativi in vari Paesi europei e in altri continenti. Negli anni settanta inizia una ricerca sui rapporti fra arti, scienze e nuove tecnologie, partecipando a eventi e produzioni di rilievo collaborando, da allora, a diverse pubblicazioni. La sua pratica, indirizzata specie fra anni ottanta e novanta alle relazioni tra espressioni artistiche e nuovi media, converge oggi sul rapporto fra arti, scienze della vita e tecnologie relative. E' nel Consiglio di Amministrazione di Pépinières Européennes pour Jeunes Artistes (Marly-le-Roi, Francia), Associazione di cui è stato presidente dal 1998 al 2007. E' stato membro di Ars Technica, Parigi/Torino, e co-fondatore di ArsLab, Torino. Fra le numerose collaborazioni si ricordano quella allo studio europeo “Les Institutions Culturelles dans leur rộle des nouveaux environnements d'apprentissage - Etude en rapport avec l'initiative eLearning” (Dedale, Parigi 2004). Attualmente ricopre la carica di consigliere editoriale di Noemalab.org. |